Una gravidanza insperata, resa possibile grazie agli ovociti criocongelati e vitrificati 14 anni fa: questo dono gratuito le ha permesso di portare attendere in grembo due gemelli. Stiamo parlando di Giovanna, una donna di 41 anni seguita dal Policlinico Sant’Orsola di Bologna che ha dovuto combattere con un tumore al seno.

Anche dopo tutto questo tempo, “per la prima volta dimostriamo che gli ovociti vitrificati e crioconservati hanno un elevato potenziale riproduttivo“, come ha dichiarato la responsabile della struttura di Infertilità e procreazione medicalmente assistita dell’Irccs, Eleonora Porcu.

Un caso che la stessa dottoressa Porcu ha definito sinonimo di “progresso, successo e speranza“, dato che testimonia il successo della procedura “che utilizza azoto liquido a una temperatura di -196 gradi”.

“Mantiene gli ovociti intatti e fertili al lungo – chiarisce Eleonora Porcu – E significa, più di tutto, che le pazienti oncologiche che stanno affrontando cure difficili e spesso molto lunghe, possono contare su una banca di ovociti forti e tenaci e su un protocollo efficace: quindi hanno speranza di rimanere incinta al termine delle cure, a prescindere dall’età”.

Negli ultimi anni l’Irccs Policlinico di Sant’Orsola – che nel 2019 è diventato il centro di riferimento regionale per i pazienti oncologici – ha aumentato molto il proprio impegno sulla vitrificazione come alternativa ai metodi di congelamento lento. Negli ultimi 25 anni una donna su tre è riuscita a rimanere incinta grazie al supporto del Sant’Orsola e mediante la crioconservazione dopo una terapia oncologica: in questo periodo, più dell’80% degli ovociti è sopravvissuto al congelamento, come fa sapere lo stesso ospedale bolognese.