Un gruppo di alpinisti in Nepal ha ricevuto moltissimi elogi dopo aver trascorso 47 giorni a raccogliere e pulire oltre 2,2 tonnellate di spazzatura disseminate per il campo base del Monte Everest.
Come noto, sono davvero tanti gli appassionati di alpinismo che tentano di scalare l’Everest, ma i percorsi che portano alla vetta sono stati inondati di rifiuti, tra cui bottiglie di plastica, lattine, involucri di cibo, bombole di ossigeno scartate e altro ancora.
La pandemia di Covid-19, ancora in corso, ha impedito ai turisti di recarsi sull’Everest. La comunità di arrampicatori nepalesi ha voluto sfruttare al massimo questa “calma turistica”, facendosi avanti e ripulendo il famosissimo Monte.
L’iniziativa, lanciata da un marchio svizzero, prende il nome di Bally Peak Outlook e si pone come obiettivo la preservazione delle montagne e degli ambienti più estremi del mondo dagli effetti del turismo eccessivo e ovviamente anche dal riscaldamento globale.
L’iniziativa è guidata dall’alpinista nepalese e attivista ambientale Dawa Steven Sherpa, che rimuove la spazzatura dalla montagna fin dal 2008, come riportato dal quotidiano The Telegraph.
“Quando portiamo via la spazzatura dalle montagne, agli dei deve sembrare come togliersi una spina dal dito“, ha detto Sherpa, aggiungendo che la montagna è la loro “casa spirituale” e ritengono che proteggerla sia un loro diritto e anche un’importante responsabilità.