Prima di tutto, è importante precisare che si utilizza l’articolo “il” davanti a “font” e non “la”. In ogni caso, l’arte tipografica è un campo specialistico che richiede competenze specifiche. Nonostante programmi come Word offrano una finestrella per la scelta del carattere, solitamente impostata su Times New Roman, i termini “carattere”, “font” e “typeface” restano prevalentemente appannaggio di professionisti e appassionati del settore. Molte persone, infatti, faticano a individuare le differenze tra font come Helvetica e Akzidenz-Grotesk. Tuttavia, c’è un carattere che probabilmente tutti riconoscerete al primo sguardo.
L’anonimo designer che ha ufficializzato il font lo ha chiamato Ultras Liberi, nome che richiama esplicitamente le innumerevoli volte in cui è stato utilizzato per striscioni, cartelli, manifesti e altri supporti pubblicitari in Italia. In verità si tratta di un carattere di impostazione geometrica, ovvero un font in cui la forma delle lettere è influenzata da moduli geometrici. Altri esempi di questo tipo di carattere sono il Futura e l’Avantgarde. Nonostante il nome Ultras Liberi richiami le origini del font da uno stadio, in realtà si tratta dell’ultima evoluzione di un carattere che ha una storia che risale a decenni fa. Nonostante ciò, sembra che nessuno studioso o esperto del settore si sia interessato a questo font, probabilmente perché appartiene alla tipografia vernacolare, ovvero quella che non fa parte della storia principale dell’arte tipografica e deriva da forme popolari, come le insegne. Ultras Liberi appartiene alla tradizione di esperienze come Atelier Populaire, il gruppo di studenti che nel 1968 produceva anonimamente poster per il maggio francese. Sebbene possa sembrare paradossale fare riferimento ad Atelier Populaire, considerando le origini del font, è importante analizzare il tutto con attenzione per comprendere appieno la sua storia.
In realtà, il font che l’autore ha sempre chiamato “Ultras Liberi” è stato ufficialmente denominato così da un designer anonimo, ma personalmente l’autore si riferisce ad esso come “fasciofont“. Sebbene non sia una definizione comunemente usata, l’autore ritiene che molti lettori condividano la stessa opinione. Il font in questione è un carattere geometrico, appartenente alla tipografia vernacolare e derivante da forme popolari come le insegne. Tuttavia, è stato utilizzato anche dalla pubblicistica di estrema destra da circa cinquant’anni, ed è stato visto in manifesti di partiti come Forza Nuova. L’autore ha avuto i primi ricordi di questo carattere negli anni del liceo, durante la stagione del neofascismo pre-Casapound.
Purtroppo non esiste una fonte ufficiale che possa attribuire in modo chiaro e inequivocabile l’invenzione del carattere “Fronte della Gioventù” o “Ultras Liberi” a un singolo individuo o gruppo. Tuttavia, è noto che il carattere ha avuto una forte diffusione negli ambienti dell’estrema destra italiana a partire dalla fine degli anni ’70, soprattutto tra le formazioni più giovani e “movimentiste”.
Il carattere “Fronte della Gioventù” era già in uso in quel periodo e aveva una forte somiglianza con quello utilizzato dagli Ultras Liberi. Si tratta quindi di un carattere che potrebbe essere nato all’interno di questi ambienti, magari sviluppato da grafici e designer di formazioni neofasciste.
Senza fonti ufficiali che possano confermare l’origine e la diffusione del carattere, si tratta quindi di ipotesi basate su osservazioni personali e ricostruzioni storiche. Non ci sono informazioni certe sulle origini esatte del carattere utilizzato dal Fronte della Gioventù e poi dal neofascismo italiano in generale. Tuttavia, la possibilità che il carattere abbia avuto origine in Francia non è da escludere del tutto, considerando l’importanza dei rapporti tra neofascismo italiano e nazionalismo francese. Tuttavia, non ci sono prove concludenti a supporto di questa ipotesi, e la questione potrebbe richiedere ulteriori ricerche e approfondimenti.
Interessante, quindi sembra che il carattere utilizzato dal Fronte della Gioventù e successivamente dall’Ultras Liberi, il cosiddetto fasciofont, sia stato ispirato da un manifesto del movimento di estrema destra francese Occident, firmato dall’illustratore Frédéric Brigaud. Inoltre, sembra che il fumettista Jack Marchal abbia disegnato il logo dell’organizzazione neofascista Ordre Nouveau, utilizzando il carattere del manifesto di Brigaud come base per creare il carattere che in seguito sarebbe stato utilizzato dal GUD e dal Fronte della Gioventù. Questo carattere è stato successivamente ribattezzato Ratanegra da alcuni fan di Marchal.
Il confronto tra il più recente Ultras Liberi e il Ratanegra di Marchal mette in evidenza una marcata diversità stilistica. Il Ratanegra ha un aspetto meno minaccioso, le linee sono sporche e irregolari, e il grassetto utilizzato sembra più adatto al fumetto che al giornalismo militante. Sebbene alcuni elementi come la lettera R e la proporzione tra le lettere rimangano uguali, il percorso storico che ha portato dal Ratanegra all’Ultras Liberi ha mutato drasticamente la forma del carattere. Il Ratanegra è un carattere “fantasia” che utilizza elementi geometrici evidenti, mentre nell’Ultras Liberi l’elemento geometrico prende il sopravvento, rendendo quasi impossibile stabilire una correlazione diretta tra i due caratteri.
Ciò che rende interessante la vicenda storica è la matrice amatoriale e non professionale da cui prende forma il glifo. Come si dice in gergo, è roba “handwrite“.
Nonostante le differenze stilistiche, il Ratanegra di Marchal è l’origine di tutte le varianti tipografiche che hanno portato alla nascita dell’Ultras Liberi. Negli anni Settanta, il carattere fu introdotto in Italia da Teodoro Buontempo e Sergio Caputo per la rivista L’Alternativa, e poi impiegato da Marco Tarchi per il foglio fasciosatirico La voce della fogna. Con il passare degli anni, il carattere inventato da Marchal si impose come segno di riferimento del giovanilismo neofascista, dall’estrema destra all’MSI. Infine, il rapporto tra estrema destra e tifo organizzato lo sdoganò sugli stessi spalti in cui fino a pochi anni prima campeggiavano ritratti del Che Guevara ed effigi di Ranxerox.
Questo dimostra come la diffusione del Ratanegra/Ultras Liberi abbia superato ampiamente i confini ideologici e politici, diventando un simbolo riconoscibile di una certa estetica giovanile e underground. Tuttavia, la forma ha un suo principio di contenuto e l’utilizzo di questo carattere tipografico da parte di movimenti politici estremisti può avere implicazioni molto negative e pericolose. È importante quindi non sottovalutare l’impatto che la scelta di un carattere tipografico può avere sulla percezione di un messaggio e sulle implicazioni ideologiche che esso veicola.