La televisione a colori è per noi l’assoluta normalità, anche se l’Italia arrivò molto più tardi rispetto agli Stati Uniti (che la ottennero già nel 1954) e anche nei confronti degli altri Paesi europei come Regno Unito, Francia e Germania (che la ricevettero nel 1967).
Il nostro Paese, infatti, avviò le trasmissioni a colori solo nel 1977, nonostante già dal 1961 (anno di nascita del secondo canale, ndr) la Rai aveva tutti i mezzi necessari per poter terminare le trasmissioni in bianco e nero e passare ai colori.
Addirittura c’è chi sostiene che la televisione in bianco e nero abbia influenzato talmente tanto le persone da “spingerle” a sognare… senza colori. Tuttavia, questa ipotesi solleva parecchie obiezioni.
Prima di tutto in bianco e nero erano soltanto le trasmissioni televisive, e non il mondo che ci circonda, che ha sempre mantenuto inalterate le colorazioni. Inoltre, anche prima della TV le miniature, i quadri e tante altre rappresentazioni erano in “black and white”.
Tuttavia, un’altra ipotesi afferma che i sogni sono sempre stati a colori, ma nell’epoca del bianco e nero si tendeva a descriverli così perchè il principale mezzo di confronto era proprio la televisione.
Infine, come quarta ipotesi c’è l’idea che i sogni non siano nè con i colori nè tantomeno senza, ma siamo noi che tendiamo a “raffigurarli” e “colorarli” in un secondo momento.