Il miliardario britannico Hamish Harding, l’amministratore delegato di OceanGate Stockton Rush, l’esploratore francese Paul-Henri Nargeolet e il magnate pakistano del Surrey Shahzada Dawood con il figlio diciannovenne Suleman sono morti tragicamente la scorsa settimana in un incidente a 4.000 metri sott’acqua.
Il Titan, un sottomarino ideato appositamente per scendere a profondità così elevate, trasportava le cinque persone in un viaggio a caduta libera sul fondo dell’oceano per scorgere i relitti del glorioso Titanic.
L’RMS Titanic è stata la nave più lussuosa mai costruita, costata all’epoca 1,5 milioni di sterline (circa 170 milioni di euro di oggi), ospitava le più belle sale da pranzo, piscine e appartamenti di prima classe di qualsiasi altra nave mai costruita. La collisione con il famoso iceberg ebbe luogo il 15 aprile 1912 nell’Oceano Atlantico e causò la morte di oltre 1.500 persone, venendo ricordato così come il più grave disastro nella storia della navigazione in tempo di pace.
L’ipotesi che il Titanic sia in qualche maniera “maledetto” risale a tantissimo tempo fa, con incredibili coincidenze avvenute nel corso degli anni che arrivano fino ai nostri giorni. L’ultima di queste strane coincidenze è avvenuta proprio in questi giorni quando si è scoperto che la moglie di Stockton Rush, patron di OceanGate e pilota del sottomarino, è la pronipote di Isidor e Ida Straus, due passeggeri di prima classe che erano a bordo del Titanic.
Ma, come afferma James Bancroft, autore del libro The Titanic Disaster: Omens, Mysteries & Misfortunes of the Doomed Liner, “Ci sono più strane coincidenze sul Titanic di qualsiasi altra nave nella storia, e le sensazioni di cattivi presagi suggeriscono che il destino l’aveva già condannata a sprofondare nelle acque… L’iceberg fu solo lo strumento che la condusse lì“.
Una di queste strane coincidenze si riferisce al libro dello scrittore americano Morgan Andrew Roberson, la cui storia parla di una nave immaginaria (chiamata guarda caso The Titan) che affondava colpita da un iceberg a circa 400 miglia nautiche da Terranova.
Un’altra di queste strane coincidenze è riportata dal giornalista irlandese Senana Molony, autore del libro Titanic: why she collided, why she sank, why she should never have sailed, il quale afferma che durante la costruzione del Titanic ebbe luogo un incendio nei depositi di carbone. Secondo il giornalista, la nave è stata indebolita nella sua struttura da questo incendio tanto da causarne l’effettivo disastro. In un documentario ha affermato che la striscia nera di quasi dieci metri sullo scafo, visibile nelle foto dell’epoca, fosse stata causata da questo incendio. Il giornalista ritiene che l’incendio sia stato messo a tacere per consentire alla nave di partire in tempo per il suo viaggio. “La Gran Bretagna domina i mari“, ha dichiarato Molony. “Dovevano affrontare la grande concorrenza dei tedeschi e di altri Paesi per il prezioso commercio degli immigrati. Non si voleva che l’opinione pubblica perdesse fiducia nell’intera marina britannica“.