I diari di scuola anni 90 rappresentano un vero e proprio amarcord per molti di noi. Invariabilmente, all’inizio di Settembre le famiglie prendevano di mira cartolerie, negozi e grandi magazzini. Uno scenario che si ripete anche oggi, nonostante l’ambito scolastico sia sempre più pervaso dalla tecnologia.
Ma quali erano i diari di scuola anni 90 più agognati e iconici? Scopriamoli insieme in questa carrellata di design, brand e ricordi scolastici!
Il rientro a scuola è sempre un momento indimenticabile. La nostalgia per la fine delle vacanze si scontra con l’entusiasmo di ritrovarsi con i compagni di classe, o di fare nuove conoscenze. E, naturalmente, anche per gli acquisti dell’ultimo minuto, soprattutto nell’ambito della cancelleria. Nuovi zaini, nuovo materiale didattico e, soprattutto, il diario.
Per moltissimi infatti il diario scolastico non è solo un insieme di pagine in cui annotare i compiti. Lo hanno capito bene le aziende produttrici, che negli anni hanno sbaragliato la concorrenza proponendo linee esclusive (come dimenticare le agende “Smemoranda”?) o merchandising “pop”. Quando ancora le griffe non esistevano, i diari di scuola potevano rivelare moltissimo sui loro proprietari.
Sul diario venivano annotati brevi pensieri o dediche dai compagni di scuola e gli amici. I più artistici non mancavano di decorare i loro diari di scuola anni 90 con disegni e vignette. In sintesi, il diario è stato spesso bussola e insieme album dei ricordi attraverso l’anno scolastico. Quanti di noi si sono emozionati sfogliando vecchi diari di scuola anni 90 e ripercorrendo gli scarabocchi a margine, le note degli insegnanti o anche solo rievocando i nostri hobby?
Oggi una divisione “per genere” del materiale scolastico farebbe inorridire molti genitori. Negli anni 90, però, la tendenza era di differenziare moltissimo i diari di scuola dedicati a bambine e ragazze da quelli per i coetanei maschi.
Cambiava la grafica; i diari “al femminile” avevano colori più sgargianti e brillanti. Spesso non mancavano i glitter, anche se questi ultimi tendevano a contaminare anche quaderni, cartelle e libri. Le linee di diari “per ragazzi”, invece, in genere prediligevano colori più scuri desaturati, oppure acidi, o ancora con effetti metallizzati.
In realtà l’effetto metalizzato (o foil) era più unisex di quanto si credesse. Nei diari indirizzati al pubblico femminile, però, questo tipo di finitura era solitamente riservata ai dettagli o ai fregi della copertina, come ad esempio il nome del diario o alcune decorazioni che dovevano saltare subito all’occhio.
Molto più universali, invece, erano i diari di scuola anni 90 con le copertine fluorescenti. Il fluo, negli anni 90, era come il nero; andava bene su tutto! In genere però era anche la tipologia preferita dagli alunni più “grandicelli”, soprattutto a partire dalle scuole medie. I più piccoli, invece, in genere preferivano un diario dedicato ai loro personaggi dei cartoni preferiti.
Per quanto riguarda i brand, gli schieramenti comprendevano i produttori di merchandising ma anche aziende specializzate in cartoleria e prodotti per la scuola. Fra questi ultimi, i capofila più diffusi negli anni 90 furono Seven, Invicta e soprattutto le popolarissime agende Smemoranda, un vero fenomeno cult.
Fra i diari di scuola anni 90 dedicati a fumetti e cartoni si poteva trovare veramente di tutto. Tanto che, a riguardarli oggi, il primo impatto è quello di un Lucca Comics su carta. Nella stessa classe potevano “convivere” i supereroi più diversi.
Ovviamente i classici “evergreen” non potevano mancare; da Batman a Spiderman, ci si poteva imbattere con facilità in questi iconici personaggi. Più di nicchia era il diario delle Tartarughe Ninja, nonostante il cartone fosse molto popolare. In genere i diari dedicati ai personaggi dei cartoni erano prodotti dagli stessi brand che curavano il merchandising delle serie, come Mattel e Hasbro, oppure su licenza da terzi.
E’ il caso, ad esempio, dei diari di PK per La Carterie; una serie che durò solo un paio di anni ma che aveva il “pregio” di essere tutta italiana. I fumetti del papero mascherato, infatti, erano un’esclusiva di Disney Italia. Sulla scia dei diari di PK, negli anni 2009 sarebbero poi arrivare le WITCH e, successivamente, le ben più celebri Winx (create però da Studio Rainbow).
Sempre di casa Disney furono i diari scolastici dedicati ai Gargoyles; nonostante la serie avesse toni più seri e adulti di molte produzioni a cartoni dell’epoca, e una run meno “chilometrica” di altre serie, fu immediatamente un successo. Così, negli anni 90 non era affatto raro imbattersi in Goliath e gli altri protagonisti del cartone nei diari di scuola dei compagni. A tutt’oggi i diari e il merchandising dei Gargoyles rappresenta un fenomeno di culto per molti collezionisti. A riprova di come la popolarità di una serie televisiva possa, a volte, sopravvivere alla serie stessa, alimentandone il mito.
Dai negozi di giocattoli alle case, passando per la scuola; ovviamente anche i diari non potevano sfuggire alla popolarità di Barbie. La celebre bambola di casa Mattel è sempre stata una calamita per il grande pubblico. E lo conferma – come se ci fossero maistati dubbi – anche l’hype che ha circondato in questi mesi l’uscita del film con Margot Robbie.
Fra i diari di scuola anni 90, quello di Barbie era sicuramente fra i più diffusi. La linea editoriale proponeva di volta in volta un “tema” declinato attraverso foto e illustrazioni nel corso delle pagine. Ogni anno aveva un argomento specifico; dalle Barbie nel mondo alle collezioni di abiti sfoggiate dalla bambola, alle “edizioni speciali” (come le Barbie ispirate a Via Col Vento), passando per una galleria delle primissime versioni “pinup”. Non mancavano neppure i disegni, che si potevano colorare e decorare.
Proprio da una “costola” dei diari di Barbie, e dalla collaborazione fra Disney e Mattel, sarebbe nata un’altra serie di diari di scuola destinati a diventare famosissimi. Sul finire degli anni 90 arrivano infatti le Principesse Disney. Le bambole delle protagoniste dei classici Disney, da Jasmine a Pocahontas alla Sirenetta Ariel, fino a quel momento erano comparse solo in calce ai cataloghi e ai diari delle Barbie. Con la nascita del nuovo franchise, invece, nelle cartolerie e nei negozi cominciò ad arrivare anche la cancelleria per le scuole a tema Principesse.
Tuttavia almeno in un primo tempo il brand rimase abbastanza di nicchia. L’exploit raggiungerà il culmine solo negli anni 2000, soprattutto sulla scia del fenomeno “Frozen”, che rilancerà le Principesse Disney al grande pubblico.
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