Siamo nei primi anni del 2000, precisamente nel 2006. In Italia si sente per la prima volta la parola tivufonino, un telefonino in grado di portare tutta la televisione sul display del cellulare. Dicevano.
La prima azienda del settore ad occuparsi della questione tivufonino in Italia è stata H3G, antesignana della compagnia telefonica 3, commercializzando nel 2006 il primo tivufonino, l’LG U900.
Acquistando le frequenze di una ottantina di televisioni locali dal Gruppo Profit e uscendo di tasca ben 220 milioni di euro, H3G ha creato una propria rete per poter distribuire il servizio in tutta Italia. Le altre compagnie telefoniche (Vodafone, Tim e Wind) avevano invece stipulato un accordo direttamente con Mediaset per quanto riguarda la distribuzione dei canali televisivi.
La diffidenza dimostrata dalla comunità scientifica, soprattutto da parte dell’ing. Sassano, circa la possibilità da parte di H3G di poter garantire una copertura su vasta scala della tecnologia, ha provocato un grande disappunto intorno al progetto, il quale infatti ebbe breve vita.
Nel corso di una puntata di Report su Rai 3, l’esperto di frequenze e telecomunicazioni Sassano aveva mostrato tutti i problemi che la copertura offerta da 3 avrebbe incontrato sul lato tecnico, evidenziandone l’impossibilità di ottenere frequenze libere per un’adeguata copertura. Fu così che in pochissimo tempo, tra partite viste a scatti in uno schermo di pochi centimetri ad una risoluzione non degna di questa nome e ricariche telefoniche sempre più esose, la vita dei tivufonini terminò ufficialmente nel 2011. Senza troppa disperazione da parte di nessuno.