“Ma il cielo è sempre più blu”, cantava Rino Gaetano in uno dei suoi brani più celebri. Tuttavia, sarà capitato almeno una volta di pensare cosa rende il cielo di questo colore, magari proprio canticchiando la canzone dell’indimenticabile cantautore crotonese.
Ebbene il merito è tutto del Sole, senza il quale non ci sarebbe alcuna colorazione per il cielo, che resterebbe nero come nelle ore notturne. Dal Sole arrivano infatti tanti colori sovrapposti, ovvero rosso, arancione, giallo, verde, blu e violetto, ognuno dei quali è un’onda energetica caratterizzata da creste.
Proprio la distanza tra due creste va a determinare la tipologia del colore e viene detta “lunghezza d’onda”. La lunghezza d’onda di alcune onde, ovvero quelle che vanno dal rosso al verde, sono ampie a sufficienza per consentire alle stesse di attraversare l’atmosfera e oltrepassare molecole e pulviscolo, quasi senza alcuna conseguenza: in questo modo arrivano ai nostri occhi e ci consentono di vedere il “giallo” del Sole.
Lo stesso non avviene invece con la lunghezza d’onda della luce azzurra, che non ha l’ampiezza tale da consentire alla stessa di evitare molecole di gas e particelle di pulviscolo.
Per farla breve, la luce blu rimbalza su molecole e pulviscolo e si diffonde ovunque, colorando il cielo di quel blu che apprezziamo quotidianamente.
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