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Eta Beta mangia naftalina? Tutta colpa di una traduzione sbagliata

Dipardino

Apr 4, 2024

Eta Beta, conosciuto anche come Eega Beeva in inglese, è uno dei personaggi più eccentrici e affascinanti dell’universo Disney. La sua prima apparizione risale a una striscia intitolata “Mickey Mouse and the Man from Tomorrow” (“Eta Beta l’Uomo del 2000”), scritta da Bill Walsh e Floyd Gottfredson e pubblicata sui quotidiani statunitensi il 26 settembre 1947.

Originario di un luogo imprecisato nel futuro a cui è possibile accedere solo attraverso le viscere della Terra e in cui il tempo scorre più in fretta, Eta Beta ha un legame speciale con Topolinia, visitandola di tanto in tanto nelle sue avventure. Il suo carattere è definito da un mix di ingenuità e stravaganza, con un forte disprezzo per il denaro e una predisposizione a predire il futuro. Ma ciò che rende Eta Beta davvero unico è il suo magico gonnellino, che contiene una miriade di oggetti straordinari. Questo accessorio è una fonte inesauribile di sorprese e risorse nelle sue avventure e, insieme a Topolino, verrà utilizzato svariate volte per risolvere i vari accadimenti presenti nei fumetti. Nonostante la sua stranezza e il suo stravagante difetto di pronuncia, Eta Beta ha guadagnato l’affetto di molti amici, tra cui, appunto, il famoso Topolino.

Durante gli anni Quaranta, la gestione delle strisce di Topolino vide l’aggiunta del geniale Bill Walsh, che contribuì a creare un’atmosfera fantasiosa e surreale. È in questo contesto che Eta Beta è stato introdotto come compagno di avventure di Topolino per tre anni, prima di tornare alla sua dimensione originaria. Ma da dove viene realmente Eta Beta? La sua origine è avvolta nel mistero, con alcune teorie che suggeriscono che possa provenire da un mondo parallelo al nostro, dove il tempo scorre in modo diverso e la tecnologia ha portato gli esseri umani a evolversi in creature techno-cavernicole.

Una curiosità interessante è che nelle storie italiane, la “naftalina” che Eta Beta mangia non è originariamente naftalina, bensì kumquat, dei mandarinetti cinesi in salamoia. Questa scelta rispecchia l’attenzione dei creatori ai dettagli e il desiderio di introdurre elementi culturali nuovi e affascinanti all’interno del già incredibile mondo di Topolino.

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