Cultura

Archimede come George Lucas | Il raggio della Morte è nato a Siracusa

Ricordate la storia di Guerre Stellari?

L’Impero Galattico mantiene prigioniera la coraggiosa Leia Organa, uno dei principali leader della ribellione impegnata nella lotta contro la tirannia di Palpatine. Nonostante Darth Vader l’abbia sottoposta a torture brutali nel tentativo di costringerla a rivelare la posizione della base ribelle, Leia ha resistito con determinazione. In un atto di crudeltà senza precedenti, Moff Tarkin decide di infliggere una punizione devastante: l’arma definitiva della Morte Nera viene impiegata contro Alderaan, il pianeta natale della principessa.

Il raggio mortale della temibile stazione spaziale colpisce Alderaan, riducendolo in frammenti dispersi nello spazio. La domanda che sorge spontanea è se, nel corso della storia umana, sia mai esistita un’arma simile a questa invenzione di fantasia di George Lucas. E, in particolare, se la presunta creazione di Archimede, il raggio di calore, è mai diventata realtà.

Le bombe nucleari hanno dimostrato di poter causare distruzioni di proporzioni epiche, ma l’idea attribuita al genio matematico Archimede sembra avvicinarsi più al concetto utilizzato da Lucas per la creazione dell’arma imperiale definitiva. Secondo antiche fonti, risalenti al terzo secolo a.C., Archimede avrebbe concepito il raggio di calore come un metodo difensivo per proteggere Siracusa dagli assalti romani. Tuttavia, la credibilità di tali affermazioni è incerta, poiché non esistono prove tangibili che supportino l’esistenza di queste macchine da guerra avanzate.

Le fonti classiche, purtroppo, non sono sempre affidabili. La mancanza di dati empirici o la stesura dei resoconti dopo lunghi periodi di tempo dall’evento storico in questione spesso gettano dubbi sulla veridicità delle narrazioni. Nel caso di Archimede, le testimonianze variano: Luciano di Samosata nel II secolo d.C. afferma che durante l’assedio di Siracusa, Archimede distrusse le navi nemiche con il fuoco. Artemio de Tralles, nel VI secolo d.C., sostiene che il matematico utilizzò specchi per incendiare le imponenti navi romane.

Il concetto alla base del raggio di calore si avvicina a quello di una lente d’ingrandimento che concentra il calore e incendia le superfici. Tentativi di ricreare l’invenzione ipotetica di Archimede sono stati effettuati nel corso degli anni. Negli anni ’70, il greco Ioannis Sakkas radunò 60 marinai con specchi, dirigendo il loro fuoco verso una nave che, afferma, bruciò. Decenni dopo, scienziati del MIT utilizzarono 127 specchi per incendiare un modello di nave romana nel campus. Tuttavia, i loro sforzi nel 2010 non produssero fiamme, portando alla conclusione che, sebbene il raggio di calore fosse teoricamente possibile, sarebbe poco pratico, specialmente su una scala reale.

Indipendentemente dalla veridicità del raggio di calore di Archimede, il genio greco morì durante l’assedio di Siracusa per mano di un soldato romano, nonostante gli ordini di risparmiarlo. La leggenda narra che Archimede, mentre era sulla spiaggia, tracciava problemi di geometria nella sabbia. Quando gli invasori lo invitarono a incontrare Marcello, il generale romano responsabile dell’invasione, Archimede rispose che avrebbe prima risolto il problema matematico. La sua vita si concluse in risposta a questa insolita richiesta.

pardino

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