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L’incredibile storia di Jimmy Butler | Da senzatetto a stella dell’NBA

Jimmy Butler, nato nella periferia di Houston, è riuscito a diventare un All-Star del mondo del basket grazie al sostegno della sua famiglia, Ma non quella naturale. Butler non ha mai conosciuto suo padre da piccolo e anche la sua madre biologica non è stata delle più amorevoli. A soli 13 anni, il piccolo Jimmy si è sentito dire queste parole da sua madre:

“Non mi piace il tuo aspetto. Devi andartene”.

Per Jimmy Butler questa è stata una dura realtà da accettare ma nonostante questo non si è mai lasciato andare e tra le scuole medie e superiori passava spesso le sue notti da compagni di scuola o di squadra.

Questo è stato anche il periodo della sua vita in cui Jimmy Butler ha deciso di lasciare il football. Jimmy odiava allenarsi a football sotto il caldo estivo, e in più a 13 anni era alto “solo” un metro e ottanta e non voleva “essere schiacciato” dai ragazzi più grandi in campo. La pallacanestro diventò ben presto il suo sport preferito e segnò la nascita di Jimmy Buckets.

Jimmy continuò a dormire da una casa all’altra per tutta la scuola superiore, fino all’estate precedente l’ultimo anno. Una matricola, Jordan Leslie, ora Wide Receiver dei Denver Broncos, gli cambiò la vita. I due entrarono in sintonia e divennero amici e, poco dopo, una famiglia.

Tutto è iniziato quando Jordan ha detto a Jimmy che poteva passare la notte a casa sua. Da una notte si è passati a un paio, da un paio di notti a settimane, da settimane a mesi e il resto è storia. La mamma di Jordan, Michelle Lambert, ha accolto Jimmy a braccia aperte nonostante in famiglia ci fossero già 7 bambini, ma la donna è riuscita a dare a Jimmy la casa che meritava.

Michelle continuò a sostenere Jimmy quando andò a giocare a basket all’università di Marquette nel Wisconsin, la prima volta che Jimmy Butler rimase fuori dal Texas.

Lottando contro la nostalgia di casa, Butler ha preso in considerazione l’idea di lasciare Marquette e tornare a casa in Texas, ma sua madre Michelle gli consiglio di provare a vedere come andava. Ed è andata più che bene.

Jimmy Butler ha fatto faville a Marquette durante il suo anno da junior e poco dopo si è dichiarato per il draft NBA. Sarà l’ultima scelta del primo giro, selezionato dai Chicago Bulls, diventando ben presto uno dei primi giocatori della sua franchigia..

Dopo essere stato un senzatetto da bambino, Jimmy Butler non solo è diventato una stella dell’NBA (e anche molto ricca), ma ha avuto una famiglia amorevole con cui vivere e condividere i ricordi del suo successo e dei suoi sogni.

Ma come ha dichiarato lui stesso a ESPN: “Per favore, so che scriverete qualcosa. Vi chiedo solo di non scriverlo in modo che la gente si dispiaccia per me… Lo odio. Non c’è nulla di cui dispiacersi. Amo quello che mi è successo. Mi ha reso quello che sono. Sono grato per le sfide che ho affrontato. Per favore, non fateli dispiacere per me“.

Jimmy Butler e il nuovo look emo

Ad ogni modo, Jimmy Butler continua a stupire, dentro e fuori dal campo. Nel corso del Media Day, il “primo giorno di scuola” di tutti i giocatori dell’NBA, Butler si è presentato con un look a dir poco eccentrico: capello piastrato con ciuffo in faccia, piercing (finti) e smalto nero sulle mani. Il suo nuovo look emo ha stupito media e fan e sarà inoltre l’headshot ufficiale di ogni grafica in cui sarà presente il giocatore dei Miami Heat. L’headshot, per chi non lo sapesse, è la foto ufficiale utilizzata dall’NBA quando compaiono su schermo le statistiche di quel giocatore.

pardino

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