L’invasione russa dell’Ucraina e l’ultimo attacco alla centrale nucleare di Zaporizhia hanno aumentato a dismisura la paura per una guerra mondiale nucleare, tanto da registrare negli ultimi giorni anche un netto aumento di richieste di acquisto di rifugi antiatomici.
D’altronde le immagini della distruzione di Hiroshima e Nagasaki, provocata dalle due bombe atomiche sganciate dalle forze americane nel 1945, continuano a terrorizzare l’intero pianeta a 77 anni da quei terribili avvenimenti.
Il bombardamento atomico che interessò Hiroshima il 6 agosto 1945 provocò circa 140.000 morti all’esplosione e quasi 80.000 feriti su una popolazione di circa 350.000 abitanti; tre giorni dopo si ripeté lo stesso scenario a Nagasaki, dove il secondo bombardamento causò quasi 75.000 morti all’esplosione e circa 75.000 feriti su una popolazione di oltre 240.000 abitanti.
Come si può leggere anche dai numeri, i sopravvissuti ad entrambe le bombe atomiche furono oltre la metà delle rispettive popolazioni. Per definire queste persone viene utilizzato il termine giapponese Hibakusha, che significa letteralmente “coloro che sono stati colpiti dal bombardamento”.
Perché questo termine e non il generico “sopravvissuto”? La volontà fu proprio quella di evitare l’utilizzo del termine “sopravvissuto” quale opposto a “deceduto”, non solo come forma di rispetto nei confronti delle persone che avevano perso la vita ma anche per non accrescere gli eventuali sensi di colpa in coloro che assistettero alla devastazione totale e persero familiari e amici.
Incredibile ma vero, alcuni Hibakusha sono stati esposti ad entrambi i bombardamenti atomici. Il primo (e finora unico) ad essere ufficialmente riconosciuto come sopravvissuto ad entrambe le esplosioni è Tsutomu Yamaguchi, nato nel 1916. Nel marzo 2009 il governo giapponese lo ha riconosciuto come “doppio” Hibakusha.
Il 6 agosto 1945 Tsutomu Yamaguchi si trovava a Hiroshima per un viaggio di lavoro per la società per cui lavorava, la Mitsubishi Heavy Industries. Quando venne sganciata la bomba atomica, Yamaguchi era appena sceso dal tram: l’esplosione gli provocò lesioni importanti e la distruzione dei timpani, causandogli anche una cecità temporanea. Inoltre, le conseguenze dell’atomica gli lasciarono gravi ustioni sulla metà superiore sinistra del suo corpo.
Tsutomu venne subito avvolto con dei bendaggi e passò la notte in un rifugio antiaereo, prima di fare ritorno nella sua città, Nagasaki, il giorno successivo. Il 9 agosto, mentre spiegava ai suoi superiori l’accaduto, la sua città venne colpita dalla seconda bomba, dalla quale fu esposto a radiazione nelle operazioni di ricerca dei familiari.
Gli effetti della doppia esposizione alla bomba atomica lo accompagnarono per il resto della sua vita: non fu risparmiata nemmeno sua moglie, avvelenata dalla ricaduta radioattiva di un’esplosione nucleare (nota come fallout nucleare).
All’età di 80 anni, Tsutomu scrisse un’autobiografia per raccontare la sua esperienza. Divenne attivista anti nucleare e si spese presso l’assemblea generale delle Nazioni Unite per mettere al bando le armi nucleari. “La ragione per cui odio le bombe nucleari è per ciò che fanno alla dignità degli esseri umani”, disse in un’intervista. Yamaguchi è morto nel 2010, all’età di 93 anni, per un cancro allo stomaco.
Nel documentario Nijuuhibaku (Bombardati due volte), a cui Tsutomu Yamaguchi fu invitato a partecipare nel 2006, vennero individuate 165 persone ufficialmente vittime di entrambe le bombe atomiche giapponesi. Yamaguchi, ad oggi, è l’unica persona riconosciuta ufficialmente come sopravvissuta alle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki.
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