Qual è la verità sulla data di scadenza dei farmaci? Dobbiamo buttarli appena scaduti o possiamo ancora consumarli?
Come tanti altri prodotti (dalle carni, alla pasta, a qualsiasi cosa acquistiamo al supermercato) anche i farmaci hanno una data di scadenza. Come per i prodotti succitati, non vuol dire che una volta sorpassata la data dobbiamo buttarli immediatamente o rischiamo di avere problemi di salute: di seguito vi spieghiamo al meglio come stanno le cose.
I farmaci e la data di scadenza indicata: ecco come stanno le cose
I farmaci hanno una data di scadenza, ma ciò non significa che diventino subito inefficaci o pericolosi se assunti inavvertitamente dopo tale data. Contrariamente a quanto si possa pensare, molti di essi mantengono la loro efficacia per anni oltre la data di scadenza indicata.
Le formulazioni solide dei farmaci, come compresse e capsule, conservano la loro efficacia per un lungo periodo se conservate correttamente in luoghi asciutti e al riparo dalla luce diretta. Lo dimostrano studi condotti dalla FDA nel 2016, i quali hanno confermato che la maggior parte dei farmaci solidi conserva il loro principio attivo anche dopo anni dalla data di scadenza.
Ci sono eccezioni, come i farmaci a basso indice terapeutico, dove è importante rispettare la data di scadenza per evitare possibili ripercussioni sulla salute del paziente. Tuttavia, per molti altri farmaci, come l’aspirina, la cui efficacia è stata testata anche dopo 10 anni dalla data di scadenza, è possibile prolungare i tempi di assunzione fino a 6 anni senza problemi.
Buttare via farmaci scaduti è uno spreco di risorse e denaro, considerando che molti di essi conservano ancora la loro efficacia. Alcuni Paesi donano farmaci scaduti a persone bisognose, poiché sono sicuri della loro efficacia e sicurezza.
Pertanto, prima di gettare via una confezione di farmaci scaduti, pensiamoci due volte. Potrebbero essere utili in situazioni di emergenza, evitando così corse notturne in farmacia e assicurando il benessere senza rischi per la salute.