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Monna Lisa in Italia, l’incredibile storia sullo sfondo della Gioconda di Leonardo

La Gioconda di Leonardo Da Vinci è indubbiamente uno dei quadri più famosi al mondo (capace di attirare al Louvre di Parigi ogni giorno circa 30.000 visitatori).

Nel 2006 era arrivata a vivere, per noi italiani, in una dimensione quasi memistica: nel post – mondiale 2006  ne richiedevamo la restituzione alla Francia dopo il trionfo iridato. Una restituzione per altro illegittima considerando che fu proprio Leonardo Da Vinci a portare il quadro in terra transalpina.

Conosciuto anche come Monna Lisa, il dipinto ha sempre catalizzato un’enorme attenzione e molti si sono interrogati sul significato della espressione della donna protagonista del quadro e sul paesaggio raffigurato sullo sfondo.

Ma pare che l’arcano circa lo sfondo sia stato risolto. Ma ne parleremo fra poco, non prima di aver scritto brevemente della Monna Lisa in sé: chi è la protagonista del dipinto?

Chi è la Monna Lisa?

La leggenda (ma anche Wikipedia e la tradizione ufficiale) vuole che il celebre dipinto ritragga Lisa Gherardini, conosciuta come “Monna” (dal latino “Mea domina”, “Mia signora”) Lisa, moglie di Francesco del Giocondo e per questo chiamata anche “la Gioconda”. E in effetti Leonardo, durante il suo terzo soggiorno fiorentino, abitava nei pressi della famiglia Gherardini di Montagliari.

Tuttavia permangono alcune incertezze (che rendono ancor più leggendario questo quadro e questa donna dallo sguardo enigmatico).

Se da un lato ci sono testimonianze antiche, come un documento del 1525 in cui l’opera viene menzionata per la prima volta come “la Joconda” e un’altra del Vasari che afferma che il ritratto fu commissionato da Francesco del Giocondo per la moglie, dall’altro lato, ci sono alcune discrepanze tra la descrizione del Vasari e il dipinto attuale (bisogna dire che queste differenze potrebbero essere spiegate dal fatto che il dipinto fu ritoccato più volte da Leonardo, come testimoniato da studi a posteriori che hanno consentito di riscotruire le varie fasi dell’opera).

Inoltre, alcuni studiosi hanno proposto altre identità per la donna dipinta, come Isabella d’Este (famosa mecenate del suo tempo e ritratta da Leonardo in alcune occasioni, in quadri che assomigliano effettivamente alla Gioconda), Caterina Sforza, la madre di Leonardo, Caterina Buti del Vacca, o la duchessa di Milano Isabella d’Aragona. Altri ancora hanno fatto ipotesi su Bianca Giovanna Sforza (questa ipotesi è abbracciata anche dalla ricercatrice di cui parleremo a breve) o Pacifica Brandani.

La Monna Lisa in Italia

Diverse sono state frattanto le ipotesi legate al paesaggio sullo sfondo del capolavoro di leonardiano.

Per lungo tempo, s’è ipotizzato si trattasse di un paesaggio pisano e fino al 2022 studiosi hanno riportato l’ipotesi come la più accreditata.

Ma la verità sarebbe un’altra: la vista del paesaggio alle spalle della Monna Lisa sembra essere il piccolo borgo di Bobbio, in provincia di Piacenza, visto dal Castello Malaspina Dal Verme.

Alle spalle della Gioconda è infatti possibile scorogere il Ponte Gobbo, un corso d’acqua che ricorda il fiume Trebbia e la sua grande ansa, delle montagne simili ai rilievi della val Tidone, alla Pietra Parcellara e alla zona dei calanchi.

La teoria che il paese raffigurato sullo sfondo della Gioconda sia Bobbio è stata avanzata per la prima volta all’inizio degli anni ’10 dalla ricercatrice Carla Glori, che di recente ha avuto la conferma dalla scoperta di un gruppo di scienziati che hanno acclarato la presenza di Leonardo Da Vinci in località Pierfrancesco di Gropparello, vicino a Bobbio, ad inizio 1500, quando è stato realizzato l’importante dipinto.

Il gruppo, guidato da Andrea Baucon dell’Università di Genova e Gerolamo Lo Russo del Museo di Storia Naturale di Piacenza, ha analizzato gli icnofossili, cioè le tracce fossili delle impronte di esseri viventi del passato. L’area vicino a Bobbio era inoltre già comprovata come d’interesse geologico per Leonardo Da Vinci. La recente scoperta è stata pubblicata anche nella rivista specializzata di geologia Rips.

Queste le parole della Glori ad Ansa:

“Gli studi condotti sugli icnofossili (tracce fossili di impronte di antichi esseri viventi) di cui ha dato notizia l”ANSA’ lo scorso mese hanno provato che le medesime forme nella pietra sono state studiate e riprodotte da Leonardo nel Codice Leicester. Dai paleontologi mi è giunta conferma che gli icnofossili tipici di Pierfrancesco si trovano in Bobbio, raggiungibile facilmente da Leonardo a schiena d’asino. Che quel territorio fosse di grande interesse geologico per Leonardo lo avevo scritto nel 2011, ma la recente scoperta pubblicata da Rips, rivista specializzata in geologia di livello mondiale, ha valore scientifico assoluto”.

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