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Senza infamia e senza lode, perché si dice così? Le origini del detto

Ti sei mai chiesto quali siano le origini del detto “Senza infamia e senza lode”? Perché si dice così e chi è stato il primo ad utilizzare questo detto?

“Senza infamia e senza lode” è un modo di dire utilizzato nella lingua italiana per indicare un qualcosa di mediocre o per fare riferimento e per disprezzare qualcuno che sia neutrale o del tutto indifferente.

Senza infamia e senza lode: un’espressione utilizzata da Dante Alighieri nella Divina Commedia

Il detto “senza infamia e senza lode” è un’espressione letteraria utilizzata dal Sommo Poeta Dante Alighieri in un canto dell’Inferno della Divina Commedia.

Nel Canto III dell’Inferno Dante sta descrivendo la massa degli “ignavi”, ovvero di tutti coloro che rifiutarono di schierarsi in favore di qualcuno o qualcosa per vigliaccheria o per amore del quieto vivere o semplicemente per mera indifferenza.

Il Sommo Poeta definisce la massa di “ignavi” come:

«coloro / che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo»

(Inf. III 35-36)

Dante utilizza questa espressione con tono acceso e con disprezzo verso tutti coloro che per vigliaccheria o per indifferenza non vogliono prendere una posizione definitiva. Lo stesso Dante pagò sulla propria pelle le conseguenze delle sue decisioni politiche con l’esilio.

“coloro / che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo”

sono giudicati dallo stesso Sommo Poeta del Trecento come degli “sciaurati” e sono collocati da Dante stesso nell’Antinferno o Vestibolo. Questa è la zona posizionata tra la porta e l’Acheronte.

Le anime degli ignavi (ovvero coloro che non si schierano con il male e con il bene), secondo Dante, non sono degne nemmeno di vivere tra i dannati dell’Inferno. Anche Dio li ignora. Tra coloro che “visser sanza ‘nfamia e sanza lodo”, ci sono anche i diavoli che sono rimasti neutrali nell’eterna lotta tra Dio e Lucifero.

Senza infamia e senza lode: come è cambiato il significato di queste parole?

Dante utilizza l’espressione “Senza infamia e senza lode” con disprezzo e con durezza rispetto al significato che è venuto ad assumere oggi. Odiernamente questa espressione è utilizzata per indicare qualcosa di incolore e con una connotazione di mediocrità. Può essere riferito anche ad una persona che non presenta particolari pregi e neppure particolari difetti.

jacqueline

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