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Un libro, intitolato “America Against America”, che prevedeva il declino degli Stati Uniti in seguito a conflitti interni più di 30 anni fa.

L’autore di questo testo è Wang Huning, il leader numero 5 del Partito Comunista e il massimo teorico politico di tre presidenti cinesi.

Proprio in questi ultimi giorni il volume è tornato di moda, tanto che alcune copie vengono vendute ad oltre 2.500 dollari (oltre 30 volte il prezzo del 1991, anno in cui venne pubblicato, ndr) su Kungfuzi, un mercato online di oggetti d’antiquariato.

“L’interesse per il libro è il risultato di un rinnovato desiderio di comprendere cosa accade negli Stati Uniti, che si trovano nel pieno di una guerra fredda civile”, ha detto Wang Wen, decano esecutivo del Chongyang Institute for Financial Studies della Renmin University.

I recenti disordini di Capitol Hill mettono in evidenza che i cambiamenti nella politica estera sono determinati soprattutto dalle sempre più crescenti crepe sociali negli USA. Uno scenario che va inevitabilmente ad accrescere l’apprensione di Pechino, dato che sono in ballo accordi commerciali e altre situazioni “politicamente molto importanti” con il presidente eletto Joe Biden.

“L’instabilità di un partner negoziale è sintomo di una credibilità pubblica in declino, pertanto il rischio di rompere i contratti o le promesse è maggiore”, ha sottolineato Wang Wen.

“Entrambe le parti hanno pagato un duro prezzo per la guerra commerciale, ma gli Stati Uniti soffriranno maggiormente a lungo termine perché hanno danneggiato la loro posizione e reputazione come pilastro centrale del commercio globale”, ha detto Mei Xinyu, che fa parte di un gruppo di ricerca che fa capo al Ministero del Commercio di Pechino.

Il libro di Wang Huning, scritto durante una visita accademica negli Stati Uniti nel 1988, prediceva che l’enfasi dell’America su “individualismo, edonismo e democrazia” avrebbe alla fine causato spaccature che avrebbero minato la sua spinta competitiva.

Wang Huning è oggi uno dei sette membri che fanno parte del supremo Comitato permanente del Politburo.