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Nati per dormire poco (e bene): i mutanti del sonno sono tra noi

Dikatia

Mag 31, 2025

Mentre tu stai leggendo questo articolo con gli occhi gonfi di sonno dopo una nottataccia, sappi che là fuori – probabilmente già svegli da ore e perfettamente lucidi – ci sono persone che vivono tranquille con 4 ore di sonno per notte. E no, non sono supereroi o cyborg venuti dal futuro: sono mutanti genetici. Ma di quelli buoni.

La scienza sostiene infatti che esiste un gruppo molto ristretto di individui dotati di una particolare combinazione genetica che li rende naturalmente dormiglioni efficienti. In pratica: dormono poco, ma meglio. E ora i ricercatori hanno scoperto un nuovo tassello di questo affascinante mistero notturno.

La mutazione del “sonno breve felice”

La scoperta arriva dal laboratorio di Ying-Hui Fu, neuroscienziata e genetista dell’Università della California a San Francisco, che offre anni studia queste rarissime creature della notte (o meglio, dell’alba). Il suo team ha pubblicato su PNAS uno studio che rivela una nuova mutazione genetica sul gene SIK3, legato al controllo dei ritmi sonno-veglia.

Il gene in questione codifica un enzima attivo tra un neurone e l’altro, ovvero nelle sinapsi, quei ponti chimici su cui passano pensieri, ricordi e, a quanto pare, anche il sonno. E proprio lì, tra un pensiero e un pisolino, sembra che questa mutazione faccia il suo miracolo: rendere più efficiente il “reset” cerebrale che normalmente richiede ore e ore di sonno profondo.

Quando i ricercatori hanno trasferito la mutazione nei topi – che notoriamente si fanno anche 12 ore di riposo al giorno – gli animali hanno cominciato a dormire circa 30 minuti in meno senza apparenti segni di stanchezza. In gergo scientifico, questo si chiama “efficienza omeostatica del sonno aumentata”.

I parenti stretti di Superman

Non è la prima volta che la genetica gioca il ruolo del Sandman. Già nei primi anni 2000, il laboratorio di Fu aveva scoperto mutazioni in altri geni (come DEC2) in persone capaci di alzarsi fresche e pimpanti dopo poche ore di sonno. Una madre e una figlia furono i primi casi documentati: dormivano appena 4 ore a notte senza soffrire di irritabilità, mal di testa o quella sottile voglia di lanciare oggetti al primo collega che ti dice “che occhiaie”.

Oggi, sono almeno cinque le mutazioni identificate su quattro diversi geni che rendono possibile una vita in modalità “sonno breve ma profondo”. In pratica, esiste un’élite biologica che non ha mai avuto bisogno della sveglia delle 7 con cinque posticipi e il caffè endovenoso.

Dormire serve. Ma quanto?

Se il sonno è il momento in cui il cervello si “pulisce”, rielabora e ripara, questi individui sembrano semplicemente farlo più in fretta. Lavorano di notte, ma dentro. Una specie di Formula 1 del sonno biologico, mentre noi viaggiamo ancora su una Panda a benzina e con il finestrino bloccato.

La mutazione scoperta non è la bacchetta magica del “dormi meno e vivi meglio”, ma aiuta a capire qualcosa di più sul perché dormiamo e su come funziona davvero il riposo. Non solo per puro piacere, ma anche in chiave medica: studi di questo tipo potrebbero un giorno aiutare a trattare disturbi invalidanti come l’insonnia o le ipersonnie.

Insonni, c’è speranza?

Insomma, mentre alcuni di noi restano ostaggi del cuscino per almeno otto ore, altri nascono con il superpotere della “dormita compressa”. Ma niente panico: non è (solo) questione di invidia genetica. È anche un passo verso una comprensione più profonda di un’attività tanto misteriosa quanto fondamentale per la vita.

Nel frattempo, se stanotte hai dormito solo quattro ore, ma non sei tra i “mutanti fortunati”, un consiglio della scienza: 20 minuti di esercizio fisico possono aiutare a recuperare energia. E forse anche l’umore. Ma evita di farli in camera da letto. Il partner potrebbe non apprezzare.

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