È una icona della cinematografia mondiale. Ha impersonato i fortunatissimi personaggi di Rocky Balboa e John Rambo, protagonisti di due fortunatissime saghe, e i suoi film (non solo quelli legati alle saghe appena citate) hanno ottenuto incassi superiori ai 4 miliardi di dollari (!).
Parliamo di un attore (ma anche sceneggiatore, regista, produttore e financo pittore) nato a New York ma di chiare origini italiane: Sylvester Enzio Stallone.
Dopo aver iniziato a studiare arte drammatica nella Università di Miami in Florida, lascia gli studi nel 1969 (quando ha 23 anni) e torna nella sua New York.
Inizia così a partecipare a piccole produzioni off-Broadway (si tratta di produzioni alternative a quelle mainstream della arci-nota Broadway), a scrivere varie sceneggiature e copioni, e financo un romanzo – Taverna Paradiso – che rimane nel cassetto ché Sly (questo il suo soprannome) non è ancora un nome.
Il suo debutto – da attore accreditato – sul grande schermo non è esattamente un debutto canonico: il suo primo film nel 1970 è Porno proibito (intitolato in inglese The Party at Kitty and Stud’s), una pellicola di genere porno-soft che gli permetterà di portare a casa un compenso di 200 dollari.
Questo excursus nell’hard sarà legato alla necessità del nostro Sly di non finire sotto i ponti: Stallone, in seguito, confessò di aver accettato il ruolo per necessità, trovandosi senza tetto dopo essere stato sfrattato dal suo appartamento. Sostenne di aver trascorso tre settimane a dormire nella stazione degli autobus di New York prima di notare l’annuncio per partecipare alle riprese del film.
La pellicola fu successivamente riproposta con il titolo di Italian Stallion alcuni anni dopo, capitalizzando sull’onda del successo di Rocky: la fortunata saga di Rocky (ideata dal Nostro) inizia nel 1976 e proprio nei panni di Rocky Balboa Stallone diventa “lo stallone italiano” – sarà infatti grazie a questo alias che l’imbattuto campione dei pesi massimi Apollo Creed sceglierà di gareggiare contro Rocky, scelto tra i tanti possibili avversari proprio grazie al suo soprannome.
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