L’isola dei morti: ecco il dipinto ricco di simbolismi che ha ipnotizzato il Fuhrer Adolf Hitler. Ne è rimasto stregato.
L’isola dei morti è il quadro che stregò il Dittatore più crudele del XX secolo Adolf Hitler. Una foto che risale al 12 novembre dell’anno 1940 immortala la presenza di tre persone: il Ministro degli Esteri tedesco Joachim von Ribbentrop, ripreso di spalle, a sinistra il Presidente dei Commissari del Popolo russo Vjačeslav Molotov ed a destra il crudele Adolf Hitler. La foto è stata scattata nella Cancelleria del Reich, a seguito dell’incontro avente ad oggetto la rettifica e la messa a punto del Patto Molotov-Ribbentrop, il trattato di non aggressione fra il Reich e l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, siglato nell’agosto del 1939.
L’obiettivo del patto tra il Fuhrer Hitler e il Presidente dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è quello di evitare uno scontro diretto tra due superpotenze e raggiungere un equilibrio tra due totalitarismi. La vera finalità tra le parti è quella di prendere tempo per allargare la propria egemonia territoriale.
La foto immortala i tre che discutono, ma cosa c’entra tutto questo con il quadro “L’Isola dei morti”, che tanto piaceva al Fuhrer? Se si osserva attentamente la foto alle spalle dei tre interlocutori vediamo appeso alla parete il quadro dipinto dal pittore e scultore svizzero Arnold Böcklin. Si tratta del quadro preferito dallo stesso Fuhrer.
L’isola dei morti (Die Toteninsel) è il nome di cinque dipinti realizzati dal pittore svizzero Arnold Böcklin nell’arco temporale compreso tra il 1880 e il 1886 e conservati a Basilea, New York, Berlino e Lipsia.
L’artista ha realizzato cinque versioni del dipinto che inizialmente aveva intitolato Die Gräberinsel, L’isola dei sepolcri. Il titolo Die Toteninsel, L’isola dei morti, venne attribuito all’opera dal mercante d’arte Fritz Gurlitt nel 1883. Lo stesso pittore svizzero rimase talmente affascinato di quanto aveva realizzato da non volersene mai più separare. Rimane sconosciuto l’input da cui prese l’ispirazione Böcklin.
Lo stesso artista elvetico potrebbe essersi ispirato ad una visione onirica. Marie Berna, contessa di Oriola ha commissionato le altre quattro versioni. Die Toteninsel [L’isola dei morti] è stata una fonte d’ispirazione per altri celebri artisti del calibro di Dalì, Giorgio De Chirico, Karl Wilhelm Diefenbach. Questa opera artistica è rimasta a lungo preclusa al grande pubblico.
Il capolavoro del pittore svizzero Arnold Böcklin ha suscitato immediato interesse da parte di Hitler, che ha deciso di acquistare la terza versione del dipinto nel 1933, per poi collocarla prima nel Berghof e poi nella Cancelleria del Reich.
Molto probabilmente è stato il simbolismo e l’atmosfera ipnotica del dipinto L’isola dei morti a stregare il Dittatore tedesco Hitler. Basta osservare il dipinto per apprezzare il meraviglioso spettacolo di solitudine e di desolazione velato da un’atmosfera magnetica e ipnotica.
L’Isola dei Morti è rappresentata da un’emergenza rocciosa che si erge al centro del dipinto: la critica lo definisce come impianto volumetrico solido e compatto, contornato da rocce e dal fitto bosco di cipressi, che richiamano il cimitero.
Lo stesso artista elvetico lo ha definito come un «quadro per sognare» in grado di evocare stati d’animo diversi in funzione della visione della vita e del decesso dell’osservatore.
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