Il mondo dell’arte è spesso un palcoscenico perfetto per avvenimenti sorprendenti e recentemente un dipinto secolare ha “riesumato” una figura enigmatica che ha affascinato gli studiosi e gli appassionati di arte. Nel quadro intitolato “La morte del cardinale Beaufort” dell’artista del XVIII secolo Joshua Reynolds, è emersa una figura descritta come simile a un diavolo, una creatura che è stata nascosta per più di 200 anni.
La recente fase di restauro ultimata sul dipinto, eseguita dal National Trust, ha riportato alla luce questa misteriosa figura. Si tratta di un essere pallido, dagli occhi spalancati e dalle zanne aguzze, posizionato sul letto di morte di un uomo nella scena shakespeariana immortalata da Reynolds. La presenza di questa figura, definita dal National Trust come un “demonio“, ha scatenato diversi dibattiti in quanto rappresentazione visiva di un concetto all’epoca considerato eccessivo. Mentre nei testi letterari si accettava l’idea di demoni o spiriti maligni, la loro rappresentazione visiva era ritenuta oltre i limiti convenzionali dell’arte dell’epoca.
John Chu, curatore nazionale senior del Trust per i quadri e le sculture, ha dichiarato che questa figura mostruosa non era conforme alle regole artistiche del tempo, spingendo altri artisti a nasconderla con strati di pittura e vernice dopo la morte di Reynolds, mantenendola invisibile per secoli. È emerso che Reynolds stesso resistette agli sforzi per alterare l’opera, nonostante le pressioni dell’epoca, e anche nelle registrazioni delle conversazioni con l’artista si nota la sua volontà di mantenere intatta la sua visione artistica.
La figura del demone è stata oggetto di diverse modifiche nel corso degli anni. Le prime copie del dipinto, prodotte per la vendita e l’esportazione, includevano il demone, ma una seconda tiratura del 1792, successiva alla morte dell’artista, mostrava un tentativo di rimozione della figura dalle stampe.
Il recente esame da parte degli esperti del National Trust ha rivelato che il demone nell’opera d’arte era stato coperto dalla pittura di diverse persone e comprendeva ben sei strati di vernice. Questa stratificazione ha reso la figura sempre più sfumata nel corso del tempo, con il deterioramento degli strati superficiali di vernice che hanno contribuito a renderla quasi invisibile. Chu ha sottolineato come il ritiro della figura nell’ombra del quadro potrebbe essere stato causato dalla cattiva interpretazione dei primi restauratori. Con il passare degli anni, la zona in cui era presente il demone sembra essersi deteriorata, formando piccole isole di vernice e rendendo la figura sempre meno chiara.
Questo ritrovamento non solo aggiunge un nuovo capitolo alla storia dell’arte, ma solleva anche interrogativi sulle scelte artistiche e sulle interpretazioni culturali del passato. Il mistero dietro questa figura demoniaca, lungamente nascosta, continua a incuriosire e a stimolare il dibattito nel mondo dell’arte, dimostrando ancora una volta che il mondo dell’arte è ancora tutto da scoprire.
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