Il modo più semplice per definire l’estate è senza dubbio quello di individuare il periodo dell’anno in cui la temperatura giornaliera supera una certa soglia. Tuttavia, questa definizione non terrebbe conto del fatto che persone che vivono a latitudini diverse, ad esempio nell’Europa settentrionale e meridionale, hanno percezioni ovviamente differenti di una giornata estiva, semplicemente perché sono abituate a climi diversi.

Per essere più chiari, per uno scandinavo una giornata con 22°C può apparire decisamente estiva, mentre in Spagna potrebbero considerarla ancora una giornata primaverile.

Un modo migliore per definire l’estate è utilizzare soglie relative, come ad esempio il momento in cui la temperatura media giornaliera è al di sopra del 75° percentile in un determinato periodo. Utilizzando questa definizione, la durata media dell’estate nell’emisfero settentrionale era di 115 giorni nel 2014. Finora il riscaldamento globale, raggiungendo un aumento della temperatura media della superficie globale di 1°C nel 2014, ha portato a un aumento della durata dell’estate di 15 giorni nel periodo compreso tra il 1961 e il 2014.

Cosa significa? Le simulazioni effettuate indicano che la durata media dell’estate nell’emisfero settentrionale, in uno scenario di cambiamento climatico “moderato”, aumenterà del 20% entro la fine di questo secolo rispetto a quanto registrato nel 2014. Ma se lo scenario che avremo sarà quello di un cambiamento climatico “di fascia alta” l’aumento sarà del 50%: per farla breve, l’estate potrebbe arrivare a durare quasi sei mesi nel 2100.